Rifiuti speciali cosa sono

Rifiuti speciali pericolosi cosa sono - Ecodep

La definizione di rifiuti speciali secondo le normative

Partiamo da un chiarimento, i rifiuti secondo il Dlgs. 116/2020 si distinguono in due macro categorie:

  • rifiuti urbani
  • rifiuti speciali

Le due categorie di rifiuti (urbani e speciali) a loro volta possono essere suddivise in:

  • rifiuti pericolosi
  • rifiuti non pericolosi


Rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi
Industrie e aziende producono quindi rifiuti speciali, ma quali sono quelli pericolosi, cosa contengono e come vanno gestiti e smaltiti?

Si intendono rifiuti speciali non pericolosi quelli prodotti da attività industriali e commerciali che non contengono le sostanze che la normativa definisce pericolose (sostanze tossiche, infette, agenti corrosivi e sostanze nocive in genere) o che le contengono in concentrazioni inferiori ai limiti fissati dalla normativa. Questi rifiuti, anche se definiti non pericolosi, vanno tuttavia smaltiti secondo le normative in vigore.

Per quanto riguarda i rifiuti speciali pericolosi, la classificazione per identificarli viene periodicamente aggiornata dall’Unione Europea. Il Regolamento 2017/997/UE del Consiglio e il 2014/1357/UE della Commissione intervengono in questo senso per apportare le dovute modifiche alla direttiva precedente (Direttiva 2008/98/CE) che stabilisce quali siano i rifiuti pericolosi.

Alle regolamentazioni comunitarie si aggiungono inoltre le normative nazionali, in particolare il Decreto legislativo n. 152/2006 e successive modificazioni (significative quelle apportate dal più recente d. lgs. 116/2020) che sancisce le regole a livello ambientale e specificamente per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati.

La frequenza con la quale vengono apportate modifiche ai decreti legislativi e alla normativa in materia dimostra quanto sia importante per industrie, aziende e un’attività produttive fare affidamento su di un partner affidabile e preparato per la gestione dei rifiuti.

Rifiuti speciali cosa sono - Ecodep

Quanti sono i rifiuti speciali?
I rifiuti speciali prodotti dalle industrie sono molti e diversi.

Per ciascun rifiuto occorre individuare e approntare la corretta filiera di gestione, così da evitare sanzioni e danni ambientali.

Tra i rifiuti speciali non pericolosi quelli che presentano le maggiori difficoltà di gestione sono i rifiuti voluminosi o quelli con una mole consistente, in quanto anche il loro trasporto verso gli impianti di smaltimento presenta complessità e costi.

Un esempio concreto è lo smaltimento dei rifiuti edili: si tratta di diversi materiali, pericolosi e non, che richiedono uno smaltimento idoneo a ciascuna tipologia di rifiuto.

I rifiuti liquidi, ovvero tutti i liquami che non devono arrivare alla rete fognaria o al terreno, richiedono impianti di smaltimento e depurazione specifici. Analogamente a questi, gli oli vegetali esausti della ristorazione richiedono raccolta, trasporto, stoccaggio e recupero dedicati.

Lo smaltimento dei gas speciali è un altro esempio di rifiuto speciale pericoloso che necessita di un iter di raccolta e smaltimento proprio. Anche in questo caso, solo le aziende autorizzate dal Ministero possono provvedere a raccogliere, riciclare e smaltire questi gas.

Gli imballaggi contaminati da sostanze pericolose costituiscono un’altra tipologia di rifiuti solidi pericolosi per l’ambiente. Il recupero di questi imballaggi, normalmente contenitori con residui di sostanze pericolose, tossiche, corrosive o infiammabili, generalmente ne prevede il riciclo in modo da poter rientrare nel processo produttivo.

Smaltimento e recupero di imballaggi contaminati da sostanze pericolose - Ecodep Smaltimento Rifiuti Sicilia

La gestione della filiera per un corretto smaltimento dei rifiuti speciali
La Gestione rifiuti speciali, che come visto non sono certo pochi, prevede diversi step:

  • raccolta e stoccaggio dei rifiuti speciali all’interno dell’attività che li produce
  • trasporto verso l’azienda incaricata al trattamento
  • smaltimento/ recupero secondo le specifiche necessità

È un processo articolato, non solo perché regolamentato da norme particolarmente rigide, ma soprattutto per la complessità della lavorazione.

Compilare in modo corretto i documenti richiesti è la prima attività di cui si devono occupare i produttori di rifiuti. Molte categorie di produttori sono obbligati a tenere un registro in cui si riportano le informazioni riguardanti i rifiuti prodotti e quelle che riguardano l’azienda deputata alla raccolta.

Questo registro si definisce registro di carico e scarico proprio perché tiene nota di quanto viene prodotto in termini di rifiuti (“carico”) e successivamente preso in carico dall’azienda che si occuperà della raccolta (“scarico”).

Ogni attività è legalmente responsabile del corretto smaltimento dei propri rifiuti, per questo è di fondamentale importanza stilare con attenzione i documenti richiesti e porre particolare attenzione alla classificazione dei rifiuti e quindi ai codici CER per identificarli.

Vuoi individuare il corretto codice CER da attribuire ai tuoi rifiuti?

Per un’accurata gestione della filiera, confrontarsi con un partner competente e professionale, è essenziale. L’attività di consulenza da parte di esperti del settore può iniziare proprio dall’analisi dei rifiuti per procedere con la loro classificazione e quindi individuare l’idoneo smaltimento dei rifiuti speciali.

Per le attività, le industrie, i cantieri o qualunque produttore di rifiuti speciali, affidarsi ad un’azienda solida, autorizzata e certificata, per la gestione dei rifiuti previene la possibilità di incorrere in sanzioni dovute al fatto che non vengano rispettate le normative.

I codici per identificare i rifiuti da parte di industrie e aziende
Capita l’importanza di un’accurata analisi dei rifiuti prodotti, è necessario provvedere alla corretta identificazione di ciascuno, in modo da permetterne il trasporto e lo smaltimento adeguati.

La soluzione indicata dall’Unione Europea per identificare in maniera univoca ciascun rifiuto è l’assegnazione di un codice numerico univoco, il codice CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) o codice EER (Elenco Europeo dei Rifiuti).

In questa sequenza formata da tre coppie di cifre vengono riportati:

  • l’attività di provenienza, quindi il tipo di attività che produce il rifiuto;
  • il processo con cui viene prodotto il rifiuto;
  • il tipo di rifiuto.


L’asterisco
al termine del codice CER, se presente, classifica il rifiuto come pericoloso.

L’attribuzione di un codice CER corretto determina l’individuazione dell’idonea modalità di gestione dello stesso, assicurando una regolare esecuzione del processo.

La corretta gestione dei rifiuti speciali inizia con la loro esatta classificazione
Per adempiere a quanto richiesto dalle normative vigenti e provvedere a raccolta, gestione, trattamento e smaltimento dei rifiuti in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente è necessario iniziare dalla corretta identificazione dei rifiuti prodotti.

A prescindere dalla loro tipologia, i rifiuti speciali richiedono di essere gestiti in modo diverso per consentirne il riciclo o lo smaltimento.

Vuoi approfondire la tua conoscenza sui codici CER e sul corretto smaltimento dei rifiuti prodotti dalla tua azienda?

Smaltimento Rifiuti speciali pericolosi e speciali non pericolosi

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